Progetto GREEN E.M.O.T.I.O.N.
Il progetto GREEN E.M.O.T.I.O.N. si inserisce nella priorità D, individuata dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia, afferente alla tematica “Ambienti e stili di vita sani”: si è trattato dello svolgimento di attività di formazione e sensibilizzazione al tema della salvaguardia ambientale e del rapporto con la natura dedicate ai minori di età compresa tra i 16 ei 17 anni, allo scopo di favorire l’apprendimento, in modo semplice ed efficace, di temi attuali quali l’importanza della conservazione della biodiversità e l’uso sostenibile delle piante, oltre che lo sviluppo di competenze ed abilità chiave connesse al pensiero critico, all’autoconsapevolezza, la capacità di lavorare in team, il public speaking, in ottica inclusiva grazie alla partecipazione di giovani con minori opportunità.
Da breve analisi di contesto e dei fabbisogni espressi dai giovani beneficiari preliminarmente consultati e dalla comunità educante, è nata l’idea progettuale di GREEN E.M.O.T.I.O.N., che riunisce tutte le componenti della comunità educante (enti del terzo settore impegnati nell’educazione non formale, istituti scolastici, genitori) in un progetto di sinergia volto a far acquisire ai giovani beneficiari e, in via indiretta, agli adulti facilitatori e collaboratori dell’apprendimento, l’acquisizione di una mentalità ecosistemica, rispettosa della natura e della biodiversità, e un set di competenze ed abilità utili allo sviluppo personale dell’individuo e del gruppo.
Il progetto è stato realizzato in ATS (Associazione Temporanea di Scopo) tra i seguenti attori:
- Cooperativa Sociale L’Universale 2000 (Ente capofila)
- Liceo Ginnasio Mariano Buratti
- Liceo Santa Rosa da Viterbo
- APS Genitorinforma
- APS Il Bagnaccio
- Soc. Cooperativa Agricola Il Bagnaccio.
Il progetto GREEN E.M.O.T.I.O.N.S. nasce, fin dalla sua prima ideazione, a seguito di una riflessione condivisa tra personale dirigente e docente degli istituti scolastici, genitori, educatori/animatori socioeducativi della cooperativa capofila dell’ATS ed i giovani stessi, in particolare i giovani eletti negli organi rappresentativi degli istituti. E’ proprio dai giovani che è emersa infatti la necessità di realizzare un progetto che affrontasse la tematica della protezione ambientale e della tutela della biodiversità attraverso metodologie interattive, sul campo, fuori dal contesto scolastico formale e che permettesse di mettere in pratica i vari insegnamenti ricevuti in ambito di discipline scolastiche dell’area STEM.
Parimenti, è stata necessità espressa dai genitori quella di avviare un progetto che formasse i propri figli sul fronte delle competenze trasversali, personali, utili in tutto l’arco della vita ed in molteplici contesti, e dei docenti dei due licei quella di compenetrare le proprie metodologie di insegnamento con quelle più tipiche dell’educazione non formale. Questa condivisione dei fabbisogni ai quali il progetto ha voluto rispondere è avvenuta durante consultazioni preliminari e riunioni preparatorie alla definizione stessa di obiettivi ed attività.
La costruzione del progetto GREEN E.M.O.T.I.O.N. ha infatti seguito uno stretto schema di matrice del quadro logico, focalizzando i gap da colmare, in funzione dei quali sono stati stabiliti obiettivi generali e specifici, per raggiungere i quali sono state pianificate le azioni, suddivise in diverse attività, individuato l’Orto Botanico come provider esterno specialistico ed i soggetti sostenitori, rappresentati dalle due entità esistenti sull’area ospitante gli interventi. Quindi, la cooperazione nata tra le tre componenti della comunità educante (istituti scolastici, famiglie ed ente del terzo settore esperti in animazione socioeducativa) si radica fin dalla fase di programmazione e progettazione. Infatti, i ragazzi e le rispettive famiglie sono stati direttamente coinvolti nella gestione, conduzione e pianificazione esecutiva delle attività. L’APS Genitorinform@, quale partner dell’ATS, ha rappresentato all’interno del progetto infatti la componente familiare della comunità educante, partecipando trasversalmente a tutte le attività e contribuendo a fornire, in ognuna di esse, il punto di vista dei genitori, che hanno rappresentato una componente proattiva sia per lo sviluppo dei contenuti che per la valutazione dei progressi dei ragazzi. I giovani destinatari dell’intervento, invece, conformemente all’approccio non formale che ispira tutto il progetto, sono stati i protagonisti delle azioni: gli educatori hanno agito da facilitatori/collaboratori dell’apprendimento, il cui processo è stato diretto dai ragazzi stessi.
In ognuna delle dieci attività progettuali, prima dell’avvio delle stesse, è stata cura degli adulti di riferimento raccogliere aspettative, timori e proposte da parte dei ragazzi; nel corso dello svolgimento, per il tramite di griglie di osservazione, sono stati monitorati atteggiamenti, attitudini e progressi così da adattare le attività, strutturate appositamente in maniera flessibile, in funzione delle esigenze emerse durante l’esecuzione delle stesse e far sì che le opinioni e le restituzioni dei giovani siano state accolte. In fase di valutazione, infine, i ragazzi stessi hanno autovalutato, come parte della strategia di valutazione dell’impatto sociale, il valore dell’esperienza ed i risultati di apprendimento raggiunti, raccogliendo al contempo eventuali suggerimenti di miglioramento. Allo stesso modo, tutti i risultati tangibili prodotti dal progetto (sia per l’Azione 1, che prevede la realizzazione di un erbario didattico e di una collezione didattico-divulgativa di interesse etnobotanico, oltre che la produzione di materiali di comunicazione/disseminazione, che per l’Azione 2, che prevede la realizzazione di un Toolkit di metodi non formali per l’acquisizione di life skills a contatto con la natura) saranno realizzati direttamente dai ragazzi beneficiari, con il supporto degli adulti della comunità educante coinvolti.
Il progetto E.M.O.T.I.O.N. si è posto i seguenti obiettivi specifici, di cui hanno beneficiato 120 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 17 anni (di cui il 10% con minori opportunità i.e. disturbi dell’apprendimento, bisogni educativi speciali, vittime di bullismo), realizzati grazie al coinvolgimento di 10 docenti degli istituti partner, 10 educatori e almeno 20 genitori dell’APS Genitorinform@:
– realizzare esperienze ed attività all’aperto che hanno permesso di predisporre un progetto per l’allestimento di un erbario didattico ed una raccolta di interesse etnobotanico, prodotti tangibili del progetto, presso un’area di elevato interesse naturalistico, ricca di biodiversità quale l’area del Parco Termale “Il Bagnaccio”, utilizzando metodologie educative tipiche dell’educazione non formale, come il learning by doing, l’apprendimento cooperativo, la ricercAzione, l’apprendimento esperienziale, in stretta collaborazione tra insegnanti, genitori ed educatori per garantire un approccio sistemico e globale di coinvolgimento della comunità educante;
– realizzare attività di educazione non formale ed informale in natura (e. treasure hunts, orienteering etc) volte all’acquisizione e consolidamento di abilità trasversali quali teamwork, leadership, consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza, incoraggiando al contempo una migliore comprensione del rapporto con l’ambiente ed un maggiore rispetto per la natura, attraverso l’esplorazione, la curiosità, la consapevolezza e la costruzione di un pensiero critico, che saranno raccolte in un Toolkit elaborato dagli stessi ragazzi beneficiari, con l’inclusione di restituzioni da parte di educatori e genitori partecipanti alle attività stesse. In tal senso, i ragazzi direttamente coinvolti hanno beneficiato di attività formative formali, informali e non formali altamente qualificate, coerenti con la priorità D dell’Avviso, condivise con tutta la comunità educante e dove loro stessi saranno protagonisti del processo di apprendimento, con la cooperazione e la facilitazione degli adulti di riferimento.
Il progetto è stato diviso in 2 Azioni realizzate presso il Parco termale ‘Il Bagnaccio’, un’area di elevato interesse storico, naturalistico e culturale, in prossimità della sorgente termale del Bagnaccio, un tempo nota come “Acquae passeris” (soggetto sostenitore del progetto), in parte presso gli Istituti scolastici in ATS e presso l’Orto Botanico dell’Università degli Studi della Tuscia (prestatore esterno di beni e servizi specialistici). Le 2 azioni si sono articolate in diverse attività:
AZIONE 1 – EDUCAZIONE ESPERIENZIALE EN PLEIN AIR
1.1. – Laboratorio pratico per la realizzazione di un erbario didattico;
1.2. – Outdoor education sul campo su tecniche di monitoraggio in aree naturali e individuazione di percorsi dove applicare la sentieristica e i pannelli informativi;
1.3. – Learning by doing: progettazione di un percorso etnobotanico; realizzazione di materiale didattico-divulgativo (pannelli informativi, flyer, pagine web)
1.4. – Outdoor education: allestimento e cura delle parcelle dimostrative, identificazione delle specie spontanee commestibili con laboratorio “en plein air” e ricerca in campo;
1.5. – Outdoor education: cura delle parcelle; monitoraggio dell’area naturale attraverso l’individuazione ed il censimento delle specie animali e vegetali spontanee, in particolar modo rivolto all’individuazione di specie sottoposte ad azioni di tutela;
AZIONE 2 – OUTDOOR EDUCATION PER LO SVILUPPO DI COMPETENZE
2.1. – Sessione di educazione non formale: team building, abilità interpersonali e leadership in stretto contatto con la natura ed elaborazione del relativo capitolo del Toolkit finale
2.2. – Sessione di educazione non formale: attraverso attività di ludiche in outdoor, i ragazzi sono stati accompagnati in un percorso di SWOT analisi personale, per raggiungere la consapevolezza dei propri punti di forza e dei propri limiti; elaborazione del relativo capitolo del Toolkit finale
2.3. – Sessione di educazione non formale: treasure hunt nel parco termale con domande a tema per incoraggiare una migliore comprensione del rapporto con l’ambiente, contribuire all’educazione a uno stile di vita sano e al rispetto per la natura, attraverso l’esplorazione, la curiosità, la consapevolezza e la costruzione di un pensiero critico; elaborazione del relativo capitolo del Toolkit finale
2.4. – Sessione di educazione non formale: orienteering nel parco termale ed elaborazione del relativo capitolo del Toolkit finale.
Il progetto GREEN E.M.O.T.I.O.N.S. nasce, fin dalla sua prima ideazione, a seguito di una riflessione condivisa tra personale dirigente e docente degli istituti scolastici, genitori, educatori/animatori socioeducativi della cooperativa capofila dell’ATS ed i giovani stessi, in particolare i giovani eletti negli organi rappresentativi degli istituti. E’ proprio dai giovani che è emersa infatti la necessità di realizzare un progetto che affrontasse la tematica della protezione ambientale e della tutela della biodiversità attraverso metodologie interattive, sul campo, fuori dal contesto scolastico formale e che permettesse di mettere in pratica i vari insegnamenti ricevuti in ambito di discipline scolastiche dell’area STEM.
Parimenti, è stata necessità espressa dai genitori quella di avviare un progetto che formasse i propri figli sul fronte delle competenze trasversali, personali, utili in tutto l’arco della vita ed in molteplici contesti, e dei docenti dei due licei quella di compenetrare le proprie metodologie di insegnamento con quelle più tipiche dell’educazione non formale. Questa condivisione dei fabbisogni ai quali il progetto ha voluto rispondere è avvenuta durante consultazioni preliminari e riunioni preparatorie alla definizione stessa di obiettivi ed attività.
La costruzione del progetto GREEN E.M.O.T.I.O.N. ha infatti seguito uno stretto schema di matrice del quadro logico, focalizzando i gap da colmare, in funzione dei quali sono stati stabiliti obiettivi generali e specifici, per raggiungere i quali sono state pianificate le azioni, suddivise in diverse attività, individuato l’Orto Botanico come provider esterno specialistico ed i soggetti sostenitori, rappresentati dalle due entità esistenti sull’area ospitante gli interventi. Quindi, la cooperazione nata tra le tre componenti della comunità educante (istituti scolastici, famiglie ed ente del terzo settore esperti in animazione socioeducativa) si radica fin dalla fase di programmazione e progettazione. Infatti, i ragazzi e le rispettive famiglie sono stati direttamente coinvolti nella gestione, conduzione e pianificazione esecutiva delle attività. L’APS Genitorinform@, quale partner dell’ATS, ha rappresentato all’interno del progetto infatti la componente familiare della comunità educante, partecipando trasversalmente a tutte le attività e contribuendo a fornire, in ognuna di esse, il punto di vista dei genitori, che hanno rappresentato una componente proattiva sia per lo sviluppo dei contenuti che per la valutazione dei progressi dei ragazzi. I giovani destinatari dell’intervento, invece, conformemente all’approccio non formale che ispira tutto il progetto, sono stati i protagonisti delle azioni: gli educatori hanno agito da facilitatori/collaboratori dell’apprendimento, il cui processo è stato diretto dai ragazzi stessi.
In ognuna delle dieci attività progettuali, prima dell’avvio delle stesse, è stata cura degli adulti di riferimento raccogliere aspettative, timori e proposte da parte dei ragazzi; nel corso dello svolgimento, per il tramite di griglie di osservazione, sono stati monitorati atteggiamenti, attitudini e progressi così da adattare le attività, strutturate appositamente in maniera flessibile, in funzione delle esigenze emerse durante l’esecuzione delle stesse e far sì che le opinioni e le restituzioni dei giovani siano state accolte. In fase di valutazione, infine, i ragazzi stessi hanno autovalutato, come parte della strategia di valutazione dell’impatto sociale, il valore dell’esperienza ed i risultati di apprendimento raggiunti, raccogliendo al contempo eventuali suggerimenti di miglioramento. Allo stesso modo, tutti i risultati tangibili prodotti dal progetto (sia per l’Azione 1, che prevede la realizzazione di un erbario didattico e di una collezione didattico-divulgativa di interesse etnobotanico, oltre che la produzione di materiali di comunicazione/disseminazione, che per l’Azione 2, che prevede la realizzazione di un Toolkit di metodi non formali per l’acquisizione di life skills a contatto con la natura) saranno realizzati direttamente dai ragazzi beneficiari, con il supporto degli adulti della comunità educante coinvolti.
A conclusione del progetto si può senza dubbio affermare che i giovani beneficiari diretti hanno raggiunto numerosi risultati di apprendimento, tanto in termini di conoscenze, che di abilità, di competenze chiave e di vita.
In particolare, al termine delle attività previste nell’ambito dell’Azione 1, i beneficiari hanno acquisito le seguenti competenze:
– Predisporre un progetto per l’allestimento di una collezione didattico-divulgativa di interesse etnobotanico; – Allestire un erbario didattico;
– Monitorare attivamente ed in maniera partecipata l’area di oggetto dell’esperienza;
– Presentare i risultati dell’esperienza formativa al pubblico, acquisendo o potenziando le proprie abilità di public speaking.
Al termine dell’Azione 2, invece, i ragazzi hanno acquisito o potenziato le seguenti competenze chiave:
– sviluppato spirito critico e acquisito competenze di cittadinanza sostenibile attiva e responsabile, rispettosa dell’ecosistema e della biodiversità, grazie all’esplorazione sistemica e metacognitiva dei contenuti e al ruolo di attori protagonisti nella pianificazione e implementazione di proposte e soluzioni a problemi ambientali concreti
– acquisito o potenziato competenze interpersonali, grazie ad una migliore comprensione del rapporto con l’ambiente circostante, quali leadership, teamwork, consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza, public speaking, gestione del tempo ed organizzazione delle tasks assegnate.
Come risultato che ha avuto un impatto indiretto sul benessere dei beneficiari, possiamo affermare che anche lo staff coinvolto nella realizzazione del progetto (docenti degli Istituti scolastici partner, genitori ed animatori socioeducativi/educatori della Cooperativa Universale 2000) ha migliorato le proprie competenze nell’ottica di un empowerment generale dei componenti della comunità educante, implementando quindi la qualità delle occasioni formative dedicate ai ragazzi. In particolare:
– i docenti direttamente coinvolti dagli istituti partner hanno acquisito competenze per la trattazione delle tematiche connesse alla sostenibilità ambientale in maniera interdisciplinare, integrando le metodologie di insegnamento non formale all’interno del loro background professionale. Questo ha fatto sì che l’impatto sociale del progetto sia stato massimo in quanto tali esperienze sono entrate a far parte della cultura scolastica;
– i genitori direttamente coinvolti nelle attività hanno sperimentato nuovi modelli di interazione con i propri figli e con gli adolescenti in generale, apprendendo dal confronto con altre professionalità della comunità educante e mettendosi alla prova con la valutazione dell’impatto sociale sulle proprie competenze genitoriali, contribuendo così a migliorare ulteriormente il benessere dei propri figli in senso ampio;
– gli animatori socioeducativi hanno consolidato le proprie esperienze professionali grazie al confronto con altri membri della comunità educante, migliorando le proprie capacità di conciliare il proprio ruolo con quello dell’educazione formale e delle famiglie, le capacità di ascolto e mediazione, di elaborazione di proposte educative che tengano conto delle opinioni, priorità ed obiettivi dell’intera comunità educante, nel supremo interesse dei minori.
Ma i risultati del progetto non si limitano all’acquisizione/potenziamento del set di conoscenze, abilità e competenze sopra descritti da parte dei protagonisti: infatti, si è ottenuta la realizzazione di output tangibili che rappresentano il value for money del progetto e hanno garantito la sostenibilità dell’investimento e la replicabilità del modello.
Il completamento delle attività del progetto ha visto la realizzazione di:
– un erbario didattico, a disposizione dei giovani frequentanti Istituti scolastici di tutta la provincia di Viterbo, che permetterà quindi di moltiplicare l’impatto del progetto stesso negli anni a venire;
– una raccolta di natura didattico-divulgativa di interesse etnobotanico, presentata nel corso dell’evento finale e messa a disposizione di tutti gli interessati.
L’innovazione del progetto GREEN E.M.O.T.I.O.N. può essere apprezzata sotto diversi aspetti:
– innanzitutto, il modello di cooperazione costruito: si tratta di un primo esperimento, per il nostro territorio provinciale, di un consorzio costituito da componente genitoriale, istituzioni dell’educazione formale ed enti del terzo settore esperti di educazione non formale uniti in una associazione di scopo. Questo sodalizio, fondato su una condivisione di lungo periodo di mission e vision delle opportunità educative da offrire ai ragazzi ha rappresentato senza dubbio un elemento di forte innovazione, oltre che di sostenibilità del progetto data dalla codificazione di un modello che potrà essere replicato ed esteso ad altri ambiti e settori;
– secondariamente, il mix metodologico tra attività educative formali, non formali ed informali: se la prima attività dell’Azione 1 si è fondata su un modello più formale ispirato all’approccio laboratoriale, ormai pienamente integrato anche nel mondo dell’educazione istituzionale, le altre attività della suddetta azione si sono svolte in contesti non formali. Learning by doing, apprendimento esperienziale, cooperativo, outdoor education hanno caratterizzato infatti tutte le altre attività dell’Azione 1, realizzate in un contesto completamente immersivo all’interno della dimensione naturale dell’area denominata “Il Bagnaccio”. Al contempo, con le attività dell’Azione 2 si è abbattuta ogni barriera di formalità del processo di apprendimento/insegnamento per approdare nella totale non formalità: attraverso giochi di ruolo, l’utilizzo di jamboard e mood board, energizers all’aria aperta, treasure hunt, orienteering ed altre attività destrutturate e dirette dai giovani stessi, con tanto di sessione preliminare di raccolta delle aspettative e delle necessità e debreefing finale per riflettere e sedimentare gli apprendimenti. Gli educatori ed animatori socioeducativi hanno collaborato e facilitato l’acquisizione (o il consolidamento) da parte dei beneficiari delle competenze chiave per sviluppare la propria individualità in armonia con se stessi, con gli altri e con l’ecosistema;
– in terzo luogo, è senza dubbio innovativa l’affidamento di una parte della valutazione dell’impatto sociale alla componente genitoriale della comunità educante, tradizionalmente più restia, soprattutto con i ragazzi della fascia d’età target del nostro progetto (16/17 anni), ad un coinvolgimento totale nello svolgimento delle attività, sotto la guida di un esperto di progettazione sociale individuato dalla Cooperativa Universale 2000. Questa scelta si è fondata sulla volontà di potenziare il protagonismo delle famiglie nell’ambito delle attività della comunità educante, realizzando un empowerment effettivo delle componenti genitoriali come risultato secondario del progetto, trasferendo loro – sempre secondo il metodo “apprendere facendo” – delle competenze di valutazione degli apprendimenti e dei cambiamenti riscontrati nei propri figli a seguito di un’esperienza formativa non tradizionale come quella vissuta con GREEN E.M.O.T.I.O.N. Si comprende quindi come il progetto abbia presentato una forte componente innovativa, tale da renderlo una proposta sperimentale suscettibile di essere disseminata, una volta validata la qualità dei risultati, come buona pratica nazionale